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” Non possiamo prevedere il futuro ma lo possiamo inventare.”

JOHN BURDON SANDERSON HALDANE

Ricominciare significa cominciare di nuovo a fare quello che facevamo prima, ma questo non basterà.

Il covid-19 ha segnato un prima e un dopo.

Questo virus ha dato un’accelerata al cambiamento già in atto con il progetto Industria 4.0, imposto dalla quarta Rivoluzione Industriale in corso.

Gli effetti tragici della pandemia, ci hanno costretto a cambiare le nostre abitudini, passando di colpo da un cambiamento epocale al quale ci stavamo ancora preparando , a un’ epoca che è già cambiata.

In questo periodo , abbiamo assistito a situazioni inimmaginabili fino a 2 mesi fa:

  • ragazzini di 1° elementare assistere alle lezioni su Zoom in conference call al pari di noi adulti.
  • È diventato “normale” fare riunioni aziendali in remoto oppure organizzare webinar con i propri clienti.
  • Anche i più scettici hanno iniziato a fare acquisti in rete e alcuni brand hanno avuto incrementi nelle vendite on-line anche oltre il 300%.
  • E’ di questi giorni la decisione di Zara di chiudere 1.200 negozi a favore di investimenti da fare nell’ e-commerce.

Ma vale la pena parlare ancora dell’ Industria 4.0 nel settore della maglieria?

Per i più, nel settore della maglieria, l’Industria 4.0 é percepita come un’ incombenza per accedere ai benefici concessi dal Governo e quindi è stato compreso, come elemento di innovazione, solo il requisito minimo richiesto dalla legge: l’interconnessione tra il gestionale e le macchine.

In realtà il vero obiettivo del Progetto Industria 4.0 è sempre stato quello di interconnettere la filiera produttiva e cioè creare un legame nella comunicazione tra tutte le aziende che contribuiscono a creare la catena del valore : cliente / fornitore / logistica / consumatore.

La necessità di recuperare efficienza nella gestione dei processi aziendali, la flessibilità richiesta dai nuovi modelli di business orientati alla personalizzazione di massa dei prodotti/servizi sta imponendo un’accelerata al cambiamento che era già in atto e il progetto Industria 4.0 e che oggi, dopo il disastro che stiamo ancora valutando, con la digitalizzazione rappresentano l’unica opportunità per sostenere la trasformazione avvenuta.

Non è più possibile prendere scorciatoie o “barare” per ottenere la certificazione “Industria 4.0” per accedere ai soli benefici fiscali, sostenendo:“tanto poi facciamo come prima”; il prima non esiste più.

La gestione e gli aggiornamenti manuali/cartacei (anche se fatti a computer su fogli di excel) che riguardano l’ avanzamento della produzione, sono di colpo diventati “preistoria”.

I clienti tenderanno a voler lavorare con chi sarà in grado di rendere disponibili i dati di produzione in tempo reale attraverso una dashboard condivisa on-line.

Arriveranno a noi nuovi clienti, soltanto se sapremo comunicare attraverso un sito dove dovremo essere in grado di promuovere al meglio le nostre risorse e i nostri servizi.

Questi nuovi metodi di lavoro offriranno nuove possibilità e la creazione di nuovi modelli di business.

Certo che la situazione al momento non è facile, perché ci siamo trovati nella “tempesta perfetta” creata dalla 4° Rivoluzione Industriale, che è molto più complessa delle tre che l’hanno preceduta, combinata con gli effetti di una pandemia.

La sfida più difficile però non sarà quella dell’innovazione tecnologica ma quella relativa all’ adeguamento del nostro “mindset” rispetto quello che sta accadendo attorno a noi, ovvero la nostra capacità di porci davanti agli eventi con un pensiero orientato alle soluzioni per il raggiungimento del successo.

Dove per successo non intendo fama e soldi ma la capacità di far succedere le cose ( Successo = participio passato del verbo “succedere”) che abbiamo pianificato.

E’ proprio in questi momenti che dobbiamo fare appello ai nostri valori e alle nostre passioni per trasformare questo periodo difficile in una grande opportunità di crescita, convinti che sapremo rilanciare i nostri business e ne usciremo persone trasformate e migliori di prima.

Ricominciare come prima non basta.

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